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Tina la candelina

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Fin dalla nascita la piccola Tina dimostrava una vivacità fuori dal comune. Pur essendo una candelina, una delle tante di una scatola di candele natalizie colorate, essa non riusciva a sentirsi come le altre. Si agitava nella scatola sbattendo in continuazione contro le altre sorelle, ma queste non la degnavano di uno sguardo prese com'erano dalla loro rigidità di candele serie. Una candela come si deve non si muove, non si sporca la cera nuova e non mastica il proprio stoppino. Tina no: a furia di agitarsi aveva perso un pò della sua lucentezza e anche dei pezzettini di cera. Così, mano a mano che la scatola veniva aperta e le sue sorelline acquistate da persone a modo, la piccola Tina rimaneva sempre più sola, fintanto che nella scatola rimase soltanto lei.
Avrebbe voluto piangere ma era troppo orgogliosa per farlo, non voleva essere come le altre e non si sarebbe sciolta in lacrime per questo.
Ma si sentiva sola.
Così le venne il ghiribizzo di uscire dal suo lettuccio di cartone. Con uno sforzo notevole si tirò su, guardò dal bordo della scatola e senza pensarci due volte si lanciò nel vuoto.
Pam! Atterrò sul pavimento e velocemente rotolò verso l'uscita del negozio. Una ventata l'aiutò, leggera com'era, e rotolando rotolando si trovò davanti ad un paio di logore scarpette. La bambina che le indossava quasi non credette ai suoi occhi: si avvicinava il Natale e una candelina nuova, seppur con la cera rovinata, era la cosa più adatta che le potesse capitare. Certo, non aveva un dolce o un albero su cui metterla, ma un'occasione così non se la lasciò scappare, raccolse la candelina e velocemente se la mise in tasca.
Tina non sapeva dove stava andando, ma l'importante era andare. Aveva una gran voglia di vedere il mondo e non di finire dimenticata in un cassetto. Stretta nella manina della bimba, al riparo da ogni cosa, si addormentò felice e beata.
La casetta era composta da una sola stanza: un tavolo malconcio al centro e due sedie spaiate era tutto quello che la bambina e la sua mamma possedevano come sala da pranzo. Nell'angolo più lontano dalla porta, un letto con su delle vecchie coperte bucate accoglieva i sonni di mamma e figlia. Da quando il babbo se ne era andato, le riscaldavano solo l'affetto reciproco e un vecchio camino malandato. La povera mamma vi cucinava un solo pasto al giorno, spesso zuppe di verdure recuperate dagli scarti del mercato. Vivevano di elemosine e di piccoli lavoretti saltuari, ma tanto era l'amore che le legava che la bimba non aveva mai il modo di lamentarsi per la sua condizione.
Oggi, poi, era particolarmente felice: mancavano pochi giorni al Natale e aveva trovato una candelina con cui pensava di fare una sorpresa alla mamma.
Tina si svegliò mentre la manina della bimba la tirava fuori dalla tasca, e si guardò intorno. Vide i buoni occhietti azzurri della sua padroncina che la fissavano e sentì un'ondata di gratitudine travolgerla. Vuoi vedere che finalmente ha trovato qualcuno che le vorrà bene così com'è? Tina in segno di ringraziamento piegò lo stoppino verso la bambina, fiduciosa che non l'avrebbe mai accesa e consumata, che è poi la fine di tutte le candele.
La vigilia di Natale la gente correva come non mai per le ultime compere natalizie, pertanto nessuno si accorse di una bambina malcoperta che portava con sé rami di abete e di agrifoglio presi dal parco comunale. La mamma stava per tornare e doveva affrettarsi anche lei se voleva addobbare la tavola per la cena. Tina, che riposava felice su una mensolina e che aveva fatto amicizia con un pettine e un pezzo di sapone, guardava compiaciuta la bambina che sistemava sul tavolo le piante appena raccolte. Si sentiva in famiglia e anche lei aspettava paziente il ritorno della mamma.
La mano della bimba l'afferrò così velocemente che quasi non se ne rese conto. In un battibaleno si trovò al centro delle piante, tra aghi di pino e spine di agrifoglio che le scalfivano ulteriormente la cera. Quasi non capiva....ma cosa stava succedendo? La mamma era tornata e portava con sè un dolce natalizio che una fornaia di buon cuore le aveva regalato per sé e la bambina. Non può essere, non può finire così! Tina sentiva la disperazione crescere sempre più, e quando la bambina, ridendo e cantando, le si avvicinò con un pezzetto di legno acceso preso dal camino, si mise a piangere e a pregare di non accenderla. Ma nessuno poteva sentire la sua voce o vedere le sue lacrime, men che meno una povera bambina felice di aver trovato quel piccolo tesoro di cera.
Allora capì tutto d'un tratto quello che le sorelle le dicevano e che lei non aveva mai accettato: le candele nascono per far felici i bambini, e per farlo devono morire. Il riso di una bambina vale il sacrificio di una candela, e Tina accettò in silenzio il suo destino. La mamma e la bambina, abbracciandosi, accesero la loro candelina. Tina porse il suo stoppino e la cera iniziò lentamente a colare su se stessa, formando una stellina tutto intorno.

Buon Natale, piccola Tina.


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