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Come un treno...

Il lettore mi perdonerà se questo breve articolo è stato scritto di getto: ciò che viene dal cuore non sempre segue una ferrea logica; potrà sembrare banale o puerile, forse più figlio di un'adolescenza e di un'età che non c'è più, ma mi piace sviscerare a ruota libera ciò che mi passa per la testa, come un treno lanciato a tutta velocità tra le sbarre abbassate di un anonimo casello ferroviario.

Dove sei vita mia?

Che ne ho fatto della mia vita?
Sono qui, seduto davanti ad un monitor, a digitare pensieri, mentre tutto passa, secondo dopo secondo, attimo dopo attimo.
Dove sei finita? Dove ti ho rinchiusa?
Rifletto, penso, odio, amo. Cinque battiti di ciglia e quattro note sospese nell'aria. Guardo, sospiro, annuso, creo.
Apro e riapro lo scrigno dei miei pensieri, inconsistenti e lucidi.
Dove sei, vita mia?
Mi sei passata a fianco e non ti ho vista. Ho tentato di fermarti, di afferrarti, di scattare l'istantanea di un attimo; ma più ti osservo e meno ti capisco, così dannatamente sgusciante, enigmatica, densa di domande che non avranno risposte.
Giri veloce e mi avvolgi in un turbinio di fotogrammi.
Mentre fuori, lento, scorre il tempo.
Hai posato ai miei piedi le tue strade, i tuoi incroci. Mi hai mostrato le tue vie. Ho scelto il percorso. E' il tuo gioco; il gioco della vita.
Che ne ho fatto di te, vita?
E' questo che volevi?
E' questo che volevo?
Conducimi per mano, almeno una volta.
Fatti vedere, fatti toccare.
Ma come sempre, impalpabile e muta, cala la sera e la tua ombra si staglia sul mio percorso.
E come sempre, mia è la scelta di venirti a trovare nel buio, come una partita a poker: vengo a "vedere" il tuo bluff, signora del tempo.

La partita

Signora mia, speravo in qualcosa di meglio del suo semplice apparire. Non basta sedersi ad un tavolo. Tutto qui?
Mi ha fatto giocare le sue carte, ma le ha mescolate o ha barato? Si è mai chiesta cosa significhi stare dall'altra parte? Lei è il mazziere: ha mai avuto la consapevolezza di cosa significhi seguire la sua strada? No, signora...non sono un professionista come lei, cerchi di capirmi: devo scartare qualcosa o tenermi ciò che mi ha dato; ma se sbaglio, se scelgo male, mi ridarà la rivincita?
Mi scusi...domanda banale e inutile. A poker non si parla: si resta seduti al tavolo, si gioca fino alla fine o ci si alza. Ho visto persone rovinarsi per non saper lasciare il suo tavolo: hanno giocato anche la camicia, hanno dato tutto; che carte di merda che ha servito loro! Pardon....scusi la volgarità....mi è scappata. Ma si metta nei loro panni: se giochi, rischi; se non giochi sei fregato comunque. Almeno una "mano" buona gliela poteva dare, non le pare? Ma in fondo è giusto così: bisogna saper scegliere. E allora mi passi quelle carte e facciamola finita. Stasera offro io, come tutte le sere: non mi sia, almeno per una volta, nemica. Almeno un sorriso, non chiedo di più.

Una scelta

Se il tuo impegno, in tutto quello che fai, sarà così così, anche la tua vita sarà così così. Se la tua vita è mediocre, cambiala. Opera una scelta. Gira a destra anzichè a sinistra e viceversa. Salta, urla, canta, vai controcorrente, sii anzitutto te stesso. E se questo non basta, non ha importanza: hai giocato le tue carte. Qualcosa hai avuto, qualcosa hai perso. Ma sarai vivo, dentro. Non un vuoto barattolo tra la discarica della società.


La SignoraLa scelta

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