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e per trovare a conversione acerba
troppo la gente e per non stare indarno,
redissi al frutto de l'italica erba,
nel crudo sasso intra Tevero e Arno
da Cristo prese l'ultimo sigillo,
che le sue membra due anni portarno.
Quando a colui ch'a tanto ben sortillo
piacque di trarlo suso a la mercede
ch'el meritò nel suo farsi pusillo,
a' frati suoi, sì com' a giuste rede,
raccomandò la donna sua più cara,
e comandò che l'amassero a fede;
e del suo grembo l'anima preclara
mover si volle, tornando al suo regno,
e al suo corpo non volle altra bara.
Premessa
Ritengo che Dante Alighieri sia stato colui che ha meglio descritto la figura del Santo poverello.
L'estratto che ho inserito ad inizio post è a mio parere straordinario.
Sono sicuramente indegno per poter parlare di questo uomo incredibilmente positivo e umile, sempre attuale ed al fianco di coloro che soffrono.
Provo a descrivere ciò che egli ha rappresentato e rappresenta per la mia vita, proverò a parlare di un incontro, di un colloquio interiore, di una calda e tangibile speranza.
Non voglio racchiudere la figura di questo uomo straordinario nel solo ambito religioso perchè sarebbe limitante, il suo insegnamento esce da qualsiasi contesto, essendo assolutamente universale.
Un luogo dai mille sapori
Adoro l' Umbria, la trovo una terra dai mille colori, dai mille sapori e dai mille contrasti.
Basta spostarsi di pochi km da Assisi a Perugia per poter respirare un'aria differente, più pagana e più legata ai fondatori, gli Etruschi.
Perugia ed Assisi sono molto vicine in linea d'aria, e la sera, dal belvedere perugino si possono ammirare in lontananza le luci di questo paesino reso immortale dal Santo.
Perugia è un'ottima base per qualsiasi spostamento, comodamente servita da mezzi pubblici e posta in un comodo accesso di strade.
E' una città splendida, che poggia parecchio del suo fascino nella bontà e nell'ospitalità della gente.
Si possono ammirare straordinari monumenti, di varie epoche storiche, dal pozzo etrusco al palazzo dei priori, alla chiesa di Sant'Angelo, capolavori di incredibile bellezza.
Mi ritrovavo la notte, felice e stanco dopo km di camminate, seduto comodamente sul terrazzo aperto alla campagna umbra, attento ad ogni singolo rumore, ad ogni inebriante profumo e mi accorgevo che lo sguardo cadeva sempre là, indirizzato a quella cittadina che da lontano, illuminata ha quasi la forma di una nave, poggiata sopra un dolce e fiabesco mare.
Sapevo che il giorno successivo sarei approdato a quel lido non troppo lontano.
Un viaggio interiore
Il profumo di Assisi è unico ed indescrivibile.
E' l'unione tra storia, fede, misticismo, arte, cultura, un qualcosa di unico in tutto il mondo.
Credo fermamente che anche il più convinto degli atei non possa non sentire in questa terra una sensazione di pace e benessere, una sensazione che molti portano dentro di se fino alla fine dei giorni.
San Francesco è ovunque, forse meno nelle chiese a lui consacrate e più nei teneri fiori che abbelliscono una campagna che poco ha da invidiare ai giardini dell'Eden.
Come sempre decido di incontrare il Santo all'aria aperta, laddove ha passato il periodo più consistente ed importante della sua esistenza.
Gli occhi spaziano su quella pace e si posano su prati lontani, seguono il volo degli uccelli, il movimento del vento che porta il paesaggio in un contesto onirico.
Mi accorgo che devo ripulire il mio cuore dalle scorie della città, dalla frenesia della quotidianità. decido di camminare e di salire in alto, fino ad un punto a me caro , ove posso vedere la città sacra dall'alto.
Mi basta chiudere gli occhi per sentirmi parte di tutto ciò che ho attorno, una piccola parte di una grande energia.
Quante volte sarai passato dal punto in cui sono seduto ora Francesco e quante volte ti sarai fermato ad ammirare questa grandiosità e ringraziare colui che consideri tutto.... “Dio mio, mio tutto” dicesti.
Ti vedo lontano a privarti di ogni tuo bene, a rinunciare a tutto per poter essere il più povero tra i poveri.
Ti vedo a ricostruire una piccola chiesa in rovina, aiutato dai tuoi fedeli amici, ti vedo accogliere tra le braccia Chiara, la più cara tra le donne, colei che raccomandasti in punto di morte.
Vedo i tuoi lunghi cammini, i tuoi stenti, le privazioni, sento il freddo delle notti d'inverno, senza fuoco ma con milioni di stelle ad illuminarti, ed avverto una piccola parte del calore che ha avvolto la tua determinazione, la tua fede.
Accanto a me volano le colombe che hanno scelto come dimora l'eremo delle carceri, perchè a distanza di secoli vi è ancora forte la tua presenza.
Cantano di te, Francesco e parlano attraverso la lingua che tu, solo tu potevi comprendere, la lingua del cuore.
Scende la luce e mi ritrovo avvolto da un silenzio irreale, dall'oscurità di una notte di fine estate.
Quanta luce in questo buio e quanta dolce musica in questo silenzio.
Non esistono più i sensi o le sensazioni terrene ora ma un delicato oblio che racchiude un grande, grandissimo sogno.
Le tue spoglie mortali sono racchiuse sotto, in un grande santuario, sono avvolte dalla nuda pietra, ma la tua anima è racchiusa in ogni cosa, in ogni singolo elemento, in ogni singola sensazione.
Mi ritrovo a parlare con te, a chiederti mille cose, a cercare di poter capire come sia possibile per un essere umano un amore grande e puro come quello che è nato in te ed attraverso di te ha inondato le terre che ora osservo.
Vorrei chiederti di insegnarmi a parlare con la natura, a riconoscere il bene negli esseri umani, a riconoscere il fatto che dentro ognuno di noi può nascere amore.
Mi esce solo un grazie, per il fatto che tanto, tanto tempo fa in un caldo giorno estivo ti spogliasti delle tue vesti e di tutto ciò che avevi per poter assaporare un qualcosa di più grande e bello, un qualcosa che ora posso sentire attorno a me....
Rimango così, avvolto in sensazioni difficilmente descrivibili, fino a quando una tenue luce sorge lontana e lentamente inonda la pianura davanti a me.
Mi rialzo e respiro profondamente, sicuro che questo momento resterà con me fino alla fine della mia esistenza.
Una notte dolce ed eterna laddove tutto è dolce ed eterno.
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