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La Lanterna di Genova

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Benedetto lasciava la sua casa ai piedi della collina ogni sera al tocco del tramonto. D'estate poteva anche andar bene, ma d'inverno gli dispiaceva uscire al freddo umido coperto solo da pochi cenci rimediati. Lungo la strada se era fortunato incontrava qualche frate del convento di San Benigno, e scambiandoci due chiacchiere riusciva anche a farsi dare un pezzo di pane per la notte. Oramai lo conoscevano e si fidavano di quel giovanotto che tutte le sere percorreva chilometri di strada per raggiungere la collina di Promontorio. Era un buon lavoro il suo, con cui poteva pagare le gabelle pretese dal Signore della Baia del Mandraccio.

Arrivato sulla collina si preparò mentalmente a passare la notte, respirò profondamente, entrò nella costruzione e salì le scale, una ad una, decine e decine di gradini. Il suo collega a cui dava il cambio lo salutò con entusiamo e gli lasciò la comanda per la nottata. Rimasto solo Benedetto prese il pane da sotto il mantellaccio e lo mise a scaldare vicino al fuoco, poi verificò che i fasci di erica e ginestra fossero sufficienti e si sedette a guardare il mare. Malgrado fosse gennaio inoltrato si potevano contare le stelle, che da lassù sembravano ancora più vicine. Quanta responsabilità per un ragazzo! Il transito notturno delle navi nella baia dipendeva da lui e dalla sua capacità di tenere acceso il fuoco in cima alla torre. Gli avevano promesso che se si fosse sposato, lui e la sua famiglia avrebbero potuto vivere all'interno della torre, un buon posto per allevare bambini.
Benedetto non poteva immaginare che un giorno il suo fuoco sarebbe diventato luce elettrica e che la costruzione dai mille gradini si sarebbe chiamata Lanterna.

Oggi la Lanterna è una "vecchietta" di novecento anni e 77 metri di altezza. La costruzione ha subito diverse modifiche, dovute a guerre (Guelfi e Ghibellini nel XIV secolo, colpi di bombarda nel XV e XVII), fulmini e assalti di vario tipo, tanto che della costruzione originaria rimangono solo alcuni tranci di antiche mura alla base.
Dal fuoco originale si è passati via via alla lucerna alimentata con olio di oliva, all'aggiunta di pannelli lenticolari e finalmente al faro come lo conosciamo oggi, composto da una lampada alogena da 1000 Watt che abbraccia 25 miglia di mare.

Da non genovese devo però sottolineare come l'importante e affascinante Lanterna (sicuramente da vedere!) sia stata letteralmente sepolta da terrificanti manufatti industriali e portuali, segno evidente di una presunta civiltà. Ma quale civiltà può permettersi di nascondere un fondamentale pezzo di storia come la Lanterna?
Il mio personale augurio alla città che tanto amorevolmente mi ospita e a cui mi sto affezionando, è quello di recuperare al più presto il suo simbolo, liberandolo ai genovesi stessi e al resto del mondo.


Nota: la Lanterna e il suo museo sono visitabili tutti i sabati e le domeniche e nei giorni festivi dalle ore 10 fino al tramonto. Il biglietto costa 6 Euro, ridotto 4 Euro, gratuito per i bimbi sotto i 6 anni.


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