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Il segno del comando

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Il Segno del comando (1971) (TV)

Regia di
Daniele D'Anza

Scritto da:
Flaminio Bollini
Giuseppe D'Agata
Dante Guardamagna
Lucio Mandarà

Cast:
Ugo Pagliai .... Edward Foster
Carla Gravina .... Lucia
Silvia Monelli .... Mrs. Giannelli
Rossella Falk .... Olivia
Carlo Hinterman .... Lester Sullivan
Massimo Girotti .... George Powell
Laura Belli .... Una ragazza
Paola Tedesco .... Barbara
Serena Michelotti .... La zingara
Augusto Mastrantoni .... Il colonello Tagliaferri
Angiola Baggi .... Giuliana
Franco Volpi .... Raimondo Anchisi
Roberto Bruni .... Prospero Barengo
Amedeo Girardi .... Il sarto Paselli
Andrea Checchi .... Commissario Bonsanti
Giorgio Gusso .... Il prete
Ferruccio Scaglia .... Il direttore d'orchestra
Armando Anselmo .... Il cieco

Original Music by
Romolo Grano

Trama:
Il Professor Edward Forster ha dedicato tutti i suoi studi all'affascinante figura di Lord Byron e riceve da un certo Tagliaferri una lettera contenente una fotografia che riproduce una piazza romana descritta nei minimi dettagli in uno dei diari dello scrittore inglese. Forster era sempre stato convinto che quel luogo non esistesse, che Byron avesse usato un linguaggio simbolico per esprimere qualche strana esperienza vissuta nella capitale italiana. Giunto a Roma, Forster scopre che il mittente della fotografia è un pittore morto da cento anni e che nessuno sa dove si trovi la famosa piazza. Al suo posto Forster incontrerà una donna affascinante e sfuggente che lo condurrà in una Roma misteriosa, impregnata di atmosfere surreali e scoprirà che il giorno della sua morte è già stato fissato da almeno due secoli.

Il più grande sceneggiato di tutti i tempi

Fermiamo un attimo il tempo con la mente.....torniamo indietro di qualche anno, quando eravamo fermi davanti alla TV e scorreva la sigla de "Il segno del comando"......Io ero molto giovane e quella sera era accanto ai miei, sprofondato nella poltrona......Mi sembra giusto iniziare questo articolo con una prefazione tratta dal libriccino del DVD della Elleu:

"Quale mistero si celava dietro l'uscio di una vecchia casa romana, in Via Margutta 33 ? Gli italiani si appassionarono, si impaurirono, si intrigarono. 'Il segno del comando' paralizzò il paese, come un grande evento sportivo o di cronaca.......(...). Il genere giallo e la detective story, il mistero parapsicologico e l'atmosfera gotica, il fantastico ed il fantasmatico si intrecciano sullo sfondo di una Roma gotica e magica, barocca e sinistra. Al centro della storia, un medaglione che dà l'immortalità a chi lo possiede: la ricerca di questo 'segno del comando' viaggia continuamente tra presente e passato, in un gioco di rimandi temporali in cui le avventurose esperienze del protagonista sembrano ripercorrere e svelare misteriose vicende di secoli prima."

Il Segno del Comando non è solo uno sceneggiato: per molti, compreso il sottoscritto, è stato fonte di approfondite ricerche ed interpretazioni; infatti, solo apparentemente tutto sembra essere chiaro, ben definito; in realtà si adatta a parecchie riflessioni. Non parlerò, dunque, del valore artistico dell'opera, che è notevolissimo, essendo un vero capolavoro gotico, e dello sviluppo della sua intricata storia (per la quale rimando al forum nel topic dedicato), ma accennerò a qualche curiosità che il lettore potrebbe trovare particolarmente interessante.

Il simbolo della civetta

Nello sceneggiato troviamo spesso questo simbolo. La civetta è il simbolo della magia e della veggenza. Gli individui in possesso dell'energia della civetta sono in genere versati nelle arti magiche, o comunque nutrono uno spiccato interesse per l'occultismo. Si sentono fortemente attratti verso la magia bianca o verso la meno raccomandabile magia nera. E' quasi impossibile tenere loro nascosto qualcosa, giacché sono in grado di percepire anche i pensieri più reconditi. Non solo comprendono sempre senza fatica quale sia la verità, ma ritengono questa dote una cosa ovvia e naturale, la qual cosa li rende a volte poco ben accetti o addirittura temuti. La civetta è l'uccello della saggezza, poiché è in grado di vedere e ascoltare cose che sfuggono agli altri animali. Può aiutare a riconoscere la verità e a interpretare le indicazioni del destino.

Notizie su Cagliostro, citato nello sceneggiato da Anchisi

Cagliostro, alias Giuseppe Balsamo, entrò giovanissimo in convento (1758) e ne dovette ben presto fuggire a causa di alcune sue imprese criminose. Sfruttando l'interesse quasi morboso per l'alchimia e le scienze occulte, diffuso nell'Europa settecentesca, seppe in breve tempo acquistare grandissima rinomanza. Dopo essersi rifugiato a Roma e sposato Lorenza Feliciani (1768) percorse infatti l'Egitto, la Persia e quasi tutti i paesi d'Europa dove, vantando segreti quali l'acqua di giovinezza (ha a che fare col Segno del Comando?) e la pietra filosofale e dichiarando di possedere capacità mirabolanti, riuscì a diventare amico di re e di principi. Implicato nell'affare della "collana" (uno scandalo di Corte) ed espulso dalla Francia (1786) si stabilì a Roma dove però, nel 1789, fu condannato a morte dall'Inquisizione per stregoneria, ma fu salvato dal capestro per intervento dello stesso Papa, Pio VI, che era stato da lui guarito. Fu così imprigionato come eretico e condannato al carcere perpetuo nella Rocca di San Leo, in Romagna, dove morì nel 1795 a cinquantadue anni.

Cagliostro era famosissimo in tutta Europa per le sue arti di negromante e guaitore e fondò la massoneria di rito egizio. Fu coinvolto in numerosi scandali; ma dicono che il suo spirito, in ogni caso, è sempre più vivo che mai e comunica grazie a dei medium che sceglie personalmente e che hanno il compito di tramandare e divulgare la sua arte ed i suoi poteri. (e qui il discorso si fa interessante. Vi dice nulla Lucia, la medium?)

Le sue doti di guaritore e di chiaroveggente creano deferenza e ilarità nei contemporanei. Crea e dispensa pozioni dalle eccezionali qualità tra cui il Vino d'Egitto e l'Elisir di lunga vita. Con l'aiuto di un pupillo e di una colomba (due ragazzini di cinque anni), il conte è in grado di cadere in trance e di predire il futuro, di ritrovare oggetti e persone scomparse. (quindi anche il "Segno del Comando?)

Secondo alcuni, il Conte di Cagliostro è ancora vivo, essendosi reincarnato e continuando così quella che è stata nei secoli la sua lunga ricerca alchemico-esoterica.(vi dice nulla il discorso sulla reincarnazione?)

Ecco cosa disse Cagliostro:
"Io non sono di nessuna epoca e di nessun luogo; al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza e se mi immergo nel mio pensiero rifacendo il corso degli anni, se proietto il mio spirito verso un modo di vivere lontano da colui che voi percepite, io divento colui che desidero."

Chi era Byron?

E veniamo a G.G.Byron (1788/1824). Vita avventurosa e romantica, morte prematura a 36 anni (tanto per cambiare). Esiste anche un certo Robert Byron (1905/1941), scrittore e giornalista, personaggio culturalmente anticonformista, prima della morte avvenuta prematuramente (ancora un altro!) nel 1941, durante la seconda guerra mondiale, all'età di 35 anni! Scrisse "La strada per Oxiana", resoconto del viaggio da lui compiuto fino in Afghanistan (l'antico Oxus corrisponde all'odierno fiume Amu Darya, che solca Afghanistan, Turkmenistan e Uzbeki stan) partendo da Venezia nell'agosto 1936, passando per Cipro e Gerusalemme, attraverso l'impero persiano (un viaggiatore, come Cagliostro, ed anche lui che fa un giretto in Persia). Tutte coincidenze, naturalmente, ma lo sceneggiato è magico ed anch'io mi presto al gioco.

Ilario Brandani è veramente esistito?

Sembra che Ilario Brandani fosse realmente esistito. Ecco un articolo trovato in Rete:

"Non si hanno notizie certe sulla costruzione di Fòsini, ma fin dal tardo Medio Evo è stata utilizzata sia come punto di avvistamento che come luogo di riposo per i viandanti che percorrevano la via metallifera. Ma il 'morbo oscuro', come citano le cronache del tempo, che colpì gran parte del centro Italia dal 1350 al 1400 anche qui fece le sue vittime. Nel giro di pochi mesi restò solamente una persona in vita: Ilario Brandani. Costui aveva fama di negromante e conosceva antiche formule per evocare i morti. Rimase chiuso, per anni, da solo all'interno di Fòsini, con decine di cadaveri ed il silenzio come unici compagni. Il piccolo cimitero di Fòsini non spiega dove siano finiti tutti quei morti, le misteriose e ripetute chiusure della rocca accreditano una voce che da anni circola tra gli anziani del posto: la Sua figura ancora si aggira per le stanze abbandonate e coloro che lo vedono sono condannati ad essere dei Nosferatu, dei non-morti."

Il "nostro" Brandani è comunque un personaggio posto nel '700. Se vogliamo fantasticare, possiamo credere che sia anche lui un reincarnato e che nel settecento abbia continuato la sua opera.

Un viaggio esoterico nel tempo

Ecco un pò di date sui personaggi, tanto per non perderci per strada (mi attengo alle fonti dello sceneggiato TV, non al libro) :

Baldassarre Vitali: contemporaneo di Ilario Brandani
Ilario Brandani: 28/03/1735 - 28/03/1771
Cagliostro: 02/06/1743 - 26/08/1795
Marco Tagliaferri: 28/03/1835 - 28/03/1871
Edward Forster: 28/03/1935 - 28/03/1971 (data scongiurata)

Cagliostro entra quasi in sordina, nella storia. Forster però non lo considera: la sua traccia, per continuare a sperare, è Brandani/Tagliaferri e successivamente l'implicazione di Vitali. Deve ritrovare il Segno del Comando: Cagliostro, secondo quanto letto da Anchisi, cita un personaggio in grado di cancellare il confine tra la vita e la morte. A Forster non importa se Cagliostro vi era implicato o meno: la tracce per arrivare alla soluzione sono altre (del resto lo stesso Anchisi, al di là del reperto storico, lo cita come fonte informativa).

Vediamo un pò le eventuali reincarnazioni:

Vitali (nel 700) - Byron (nel 800) - Powell (nel 900)
Brandani - (nel 700) - Tagliaferri (nel 800) - Forster (nel 900)
Cagliostro (nel 700) - Oberon (nel 800) - Anchisi (nel 900)

Byron/Vitali ha una esperienza allucinante in casa di Oberon/Cagliostro:

"Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo in suo invito"

Questo rapporto tra Byron e Oberon è forse il rinnovarsi dell'antica complicità tra Vitali e Cagliostro? Non dimentichiamo che anche Powell era all'apparenza alleato di Anchisi: Powell ufficialmente cercava il carteggio (ma solo quello?), Anchisi il medaglione; se la risposta è affermativa, quale sarebbe stato il compenso per Cagliostro?

Si può anche ribaltare il movente e sarebbe molto affascinante:
Cagliostro era interessato al segreto di Brandani e per raggiungere il suo scopo non c'era che un modo: ricorrere a Vitali, un amico di Brandani, e quindi al suo tradimento. Ma Vitali, dopo l'assassinio di Brandani, tiene per sè il medaglione e lo nasconde; Cagliostro è così beffato.
Reincarnarsi non significa "mi ricordo quindi io sono" ma una lenta presa di coscienza della proprio "io" e l'alleanza Cagliostro/Vitali si ripresenta, vuoi fortuitamente, vuoi per destino, nell'800 (Byron/Oberon): ma qualcosa spaventa e sconvolge Byron a casa di Oberon; sembra gli sia apparso il fantasma di Vitali (cioè sè stesso nel 700), come Tagliaferri a Forster alla Taverna dell'Angelo. Qualcosa comincia a riaffiorare ma nessuna ricerca porta a risultati concreti: solo Lucia ritrova il medaglione, pronta a donarlo alla prossima reincarnazione di Brandani/Tagliaferri.
Infine, nel 900, in tempi moderni, ancora una volta si ricostituisce l'antica alleanza: Powell e Anchisi (Vitali/Bryron e Cagliostro/Oberon) sono alla ricerca di qualcosa e probabilmente è il destino a far sì che la storia si ripeta; infatti Powell/Vitali è amico di Forster/Brandani (almeno in apparenza) ma in combutta con Anchisi/Cagliostro....a distanza di due secoli, l'antico scenario si ripete....ma questa volta per sempre.

Il libro e lo sceneggiato

Chi ha visto lo sceneggiato non può che ammettere che, più che un romanzo, è una sceneggiatura vera e propria: vi ritroviamo gli stessi dialoghi e le stesse situazioni; leggerlo è stato come veder scorrere davanti ai miei occhi tutto lo sceneggiato. Differisce in alcune piccole ma significative parti, tutte condensate nel finale del racconto, ad eccezione delle "date esoteriche", stranamente modificate e palesi sin dall'inizio. Infatti, se nel cult TV la data anagrafica comune a Brandani/Tagliaferri/Forster è il 28/03, nel libro è stata sostituita dal 31/03. Il motivo? Buio assoluto!

Ecco il finale del libro:

Non c'era nessuno, ad eccezione di una donna che era seduta ad un tavolo e volgeva le spalle all'entrata. La capigliatura chiara, lo scialle antico...
Edward si portò davanti alla donna.
Non era Lucia. Aveva capelli grigi con striature bionde e indossava un costume zingaresco. La faccia, che certamente un tempo era stata bella, era solcata da una infinità di rughe. Appariva molto vecchia, ma non era possibile definirne l'età.
La donna sorrise a Edward.
"Perchè mi guardi così? Siediti"
Edward si calò lentamente su una sedia, dall'altra parte del tavolo.
"Cercavo un'altra persona..."
"Non cercavi di certo me", disse ridendo la donna. Come ipnotizzato, Edward non smetteva di fissarla.
"Sai chi sono io?"
Edward non rispose. Lei continuò a ridere.
"Io sono una strega...Vuoi bere?"
Protese una brocca di vino nero verso il bicchiere che era davanti a Edward, il quale fece segno di no e coprì il bicchiere con le mani.
"E' genuino. Io bevo solo questo"
"Anche...anche lei viene qui tutte le sere?", riuscì a dire Edward.
"Come Lucia?"
"Sì. La conosce?"
"Tutti qui la conoscono"

Con gli occhi sbarrati, Edward deglutì per poter parlare.
"La supplico, mi dica qualcosa di Lucia"
"Posso raccontarti qualcosa del suo passato. Te l'ho detto che sono una strega"

Edward annuì. La donna spostò altrove il suo sguardo.
"Lucia era figlia illegittima di uno dei principi Anchisi. Aveva un carattere libero e ribelle. Fece la modella di Marco Tagliaferri e poichè l'amava si unì a lui..."
"Continui, la prego"
"Tagliaferri sapeva di essere Ilario Brandani reincarnato e passò la sua breve vita a dipingere e a cercare, con ogni pratica magica, ciò che avrebbe potuto salvarlo"
"Che cosa lo avrebbe salvato?"

L'interesse di Edward si era fatto spasmodico.
"Ancora non sai che cos'è il Segno del Comando?", disse ridendo la donna. "Eppure, da quando sei a Roma lo porti conte..."
Edward rimase interdetto, sconvolto.
"Il medaglione!"
La donna fece segno di sì, poi assunse un'espressione seria.
"Brandani lo incise il 31/03/1771, ma non potè goderne il potere perchè proprio quel giorno..."
"Quale potere?"
"Quello di prolungare la vita se è troppo breve, rispose con semplicità la donna". Quindi riprese: "Proprio quello stesso giorno Vitali, l'organista, lo uccise e glielo rubò". I lineamenti della donna si indurirono. "Poi, quando Vitali si sentì vicino a morire, perchè per il delitto che aveva commesso non poteva che morire, lo nascose"
"E Tagliaferri lo cercò inutilmente..."
"Sapeva che non poteva essere lontano da un certo luogo, la piazza che addirittura dipense, ma non riuscì a trovarlo. Morì prima dell'alba del 31/03. Cento anni fa."
"Come morì Tagliaferri?"
"Lo trovarono annegato nel Tevere. Dissero che era stato il vino. Questo vino."

La donna bevve. Edward restò a guardarla.
"E...Lucia?"
"Si lasciò morire nello studio di via Margutta. Ma le fu concesso di continuare a cercare il medaglione."
"Le fu concesso...? Da chi?"
Lo sguardo della donna si fece serio e penetrante. "Tu vivi in un mondo di certezze. Non varcare questo limite, non ti è consentito. Lucia voleva trovare il Segno del Comando per interrompere la catena maledetta delle reincarnazioni..."
"Quando lo ha trovato?"
"Tu non eri ancora nato, e neppure questo secolo"
Le domande che assillavano Edward gli davano un'aria eccitata, febbrile.
"Altri lo cercavano...e Lucia era...stava con loro..."
La donna sorrise. Aveva un sorriso piacevole, giovanile.
"Lucia era rimasta legata al vincolo di sangue con Anchisi. Il principe e i suoi amici se ne servivano per cercare contatti con l'aldilà. Ma Lucia doveva dare a te il medaglione, perchè tu eri il predestinato"
Edward si versò un pò di vino. Aveva bisogno di bere qualcosa.
"Ma dov'è Lucia? Poichè le devo la vita, vorrei..."
"Non verrà"
, disse la donna scuotendo il capo. "Non verrà mai più".
Edward si alzò e si portò la mano a una tasca.
"Vai. Torna al tuo paese e ai tuoi studi."
"Volevo almeno restituirle il medaglione",
disse Edward mostrandolo alla donna. Lei lo prese, lo rigirò nel palmo della mano e glielo restituì.
"Il Segno del Comando...Ora non è che un bel medaglione. Puoi tenerlo. Conservalo come un ricordo di Lucia."
Edward retrocedette lentamente, poi voltò le spalle alla donna e raggiunse le scale. In quel momento stava scendendo un uomo che portava una chitarra. Edward se lo ricordò: sembrava gemello del servitore (o era il padrone?) che si occupava della mescita.
Edward incrociò l'uomo dalla chitarra e uscì.
Il nuovo venuto si avvicinò alla donna: le parlò con estrema dolcezza.
"E' tardi, Lucia"
"Sì, si è fatto tardi"

Mentre le luci si facevano ancora più fioche, l'uomo si appoggiò a una parete, e si mise a cantare accompagnandosi con la chitarra.

Nun me lo dì stanotte
a chi hai stregato er core.
La verità fa male,
lasciame 'sta visione per sperà.
Din don, din don, amore,
cento campane stanno a dì de no,
ma tu, ma tu, amore mio,
se m'hai lasciato, ancora nun lo dì.
No, nun lo dì, nun parlà,
sei una donna o una strega, chi sa.
Me resta la speranza,
la speranza de quer sì.
Din don, din don, amore,
pure le streghe m'hanno detto no,
ma tu, ma tu, amore mio,
se m'hai stregato dimmelo de sì


Il medaglione non ha più alcun potere. Cessata la maledizione, col ritrovamento da parte del predestinato, cessa anche il suo potere. Anchisi & C. lo sapevano, forse, ma non immaginavano che Lucia li avesse già preceduti da un pezzo, rendendo vano ogni loro futuro sforzo: erano sconfitti in partenza! Ma quando?

Una domanda che esige risposta

Altri lo cercavano...e Lucia era...stava con loro....

Dal libro risulta, infatti, che Lucia era figlia illegittima di uno dei principi Anchisi: addirittura è la medium della seduta spiritica, segno inequivocabile che in qualche modo era legata a quella casata. Palazzo Anchisi è anche il luogo dove "dimora" lo spirito di Lucia: l'appartamento di Via Margutta, (ossia lo studio del pittore Tagliaferri), per lei è solo un caro ricordo e il mezzo per incontrare Forster. Ora, invece, stava con loro.... Ma cosa vuol dire "altri lo cercavano?". Lucia ritrovò il SDC soltanto nel secolo scorso, dopo la morte di Tagliaferri, avvenuta nel 1871: ciò significa che, ben prima di Anchisi & C., qualcuno lo cercava; in fondo, la leggenda era nota a molti, in quel periodo, Byron compreso. Quel stava con loro può indurre a farci pensare che la casata Anchisi, ben prima del noto principe, fosse sulle sue tracce: il nostro appassionato di occultismo, infatti, nel 1971 dovrebbe avere poco più di 60 anni e quindi essere nato ai primi del '900; la stessa cosa per il colonnello Tagliaferri, nato probabilmente alla fine dell'800. Interessante anche quel le fu concesso di continuare a cercare il medaglione: perchè? e da chi? Quest'ultima domanda è destinata a non avere risposta; ma perchè continuare, quando invece sappiamo che si lasciò morire nello studio di Tagliaferri? Perchè Lucia aiutava Tagliaferri nelle sue ricerche: come poi abbia ritrovato il SDC ci è ignoto ma, da fantasma, poteva setacciare ogni casa di Roma; è lei stessa che dice a Forster "No. Vado sempre a piedi. Roma non è grande. In meno di un'ora la si attraversa tutta". Aveva anche una traccia, la famosa piazza disegnata da Tagliaferri, che all'epoca esisteva: fu probabilmente distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Così recita il testo:

Tagliaferri sapeva di essere Ilario Brandani reincarnato e passò la sua breve vita a dipingere e a cercare, con ogni pratica magica, ciò che avrebbe potuto salvarlo

Notare quel
"con ogni pratica magica", segno inequivocabile che Tagliaferri sapeva perlomeno cos'era il SDC: o perchè era pur sempre Brandani (lo stesso spirito reincarnato in un altro corpo: riaffiorano, così, ricordi e riminescenze...ma il processo non è automatico e richiede tempo...e lui non ne ha molto a disposizione!), o perchè si serviva di indizi ricavati tramite sedute spiritiche presso l'hotel Galba o magie negromantiche.

Quel
"Lucia doveva dare a te il medaglione, perchè tu eri il predestinato" rivela molte cose: il SDC è vincolato a Brandani/Tagliaferri/Forster; da spirito errante, Lucia, anche se volesse o ne fosse costretta, NON potrebbe sottrarsi a questo dovere. C'è un vincolo magico che lega il medaglione al suo creatore ed esso non può essere spezzato: probabilmente fu questa cosa che uccise Vitali, quasi avesse infranto un principio esoterico. In pratica, Vitali si "scavò da solo la fossa sotto i piedi".

Anchisi e Powell: cosa dice il libro?

Ecco lo scambio di battute finali tra Powell e Anchisi.

"Finalmente. Dubitavo di vederla".
Powel cercò di sorridere, ma piegò le labbra in una smorfia sarcastica.
"Lei si dimentica che io sono un gentiluomo"
"Un gentiluomo rispetta i patti".
"Li ho sempre rispettati. Fin da quando mi avete chiesto di fissare la conferenza per il 30/03".

Prese la parola Barengo:
"Lei ha avuto almeno due ore, "da solo", per assolvere l'incarico che le abbiamo affidato".
"Dunque?"
, domandò la Giannelli.
Powell osservò una a una le facce pallide dei suoi interlocutori. Questa volta il sorriso gli riuscì aperto e divertito.
"Sul serio credete che io abbia trovato il...Segno del Comando?"
Anchisi posò una mano sul tavolo.
"Gli spiriti che ci guidano hanno predisposto ogni particolare, ogni dettaglio, in modo perfetto".
"Lei "deve" averlo trovato"
, disse Barengo.
"Forse le mie erano mani profane".
"Forster sapeva che lei ci appartiene?"
"No."

Intervenne di nuovo la Giannelli:
"Perchè ha voluto unirsi a noi?"
Powell guardò la donna.
"Diciamo...per curiosità."
"Dunque ci ha ingannato".
Il viso di Barengo esprimeva una collera dura e fredda. "Ha osato prendersi gioco di noi."
"Non solo di noi...", sussurrò Paselli alzando un dito ad indicare un universo invisibile.
Lentamente Anchisi si alzò in piedi, senza smettere di fissare Powell.
"In nome delle potenze dell'occulto, io la maledico."

Come potete notare, le
"forze occulte" sono in gioco. Powell se ne fa beffe, da scettico qual'è, e questo segna il suo destino. Davvero significativa la maledizione di Anchisi, della quale non c'è traccia nello sceneggiato. Non solo! Nel libro non v'è traccia della "prova" che deve sostenere Powell per uscire dal palazzo: il pugnale di Brandani. Tale oggetto è menzionato soltanto durante la visita di Forster a palazzo Anchisi, dove il principe prova sul professore il pugnale da teatro.

La colonna sonora

La colonna sonora è firmata da Romolo Grano. Lando Fiorini registrò la sua versione di "Cento campane" solo dopo la versione di Nico (quella presente nello sceneggiato). "Cento campane" è stata originariamente scritta da Fiorenzo Fiorentini, poi ripresa da Grano per lo sceneggiato. Esiste anche una versione cantata dai Vianella.

Cento campane - Nico dei Gabbiani (30 sec.
)

Cento campane - Fiorenzo Fiorentini (30 sec.)

Cento campane - Lando Fiorini (30 sec.)

Cento campane - I Vianella (30 sec.)


LuciaLester SullivanEdward Forster e BarbaraIncubiSignora GiannelliIl pugnale di Ilario BrandaniIl principe Raimondo AnchisiForster e OliviaGeorge PowellProspero BarengoIl ciecoOscure presenzeLucia e i vicoli romaniIl libroCopertina originale 45 giriCopertina originale 45 giri

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