Vicolo Stretto


Vai ai contenuti

Menu principale:


Ritratto di donna velata

Articoli

Ritratto di donna velata (1975)

Regia di

Flaminio Bollini

Scritto da:
Paolo Levi

Cast:
Nino Castelnuovo: Luigi Certaldo
Daria Nicolodi: Elisa
Luciana Negrini: Sandra
Corrado Gaipa: Nebbia
Nino Dal Fabbro: Mercani
Mico Cundari: Alberto Certaldo
Manlio De Angelis: Sergio
Massimo Serato: Grimaldi

Musiche originali di
Riz Ortolani

Trama
Luigi Certaldo, uno squattrinato collaudatore di auto, si innamora di Elisa, una ragazza conosciuta ad una festa in casa dell'amico Sergio. Quando l'accompagnerà alla villa del cugino Alberto, a Volterra, un misterioso intreccio di magia, omicidi, furti, apparizioni, fantasmi e presunte reincarnazioni rimescolerà amicizie, alleanze e certezze. Tutto ruota, infatti, intorno ad un vaso etrusco che possiede Alberto Certaldo e che porta incisa una mappa per decifrare il labirinto che conduce ad una grande e ricchissima necropoli. Risulterà una drammatica caccia al tesoro che un giovane medium aveva inconsciamente tracciato: "quello che è già accaduto...accadrà ancora".

Premessa
Ritratto di donna velata è un grande sceneggiato, nel suo genere secondo soltanto a quel capolavoro inarrivabile che è Il segno del comando. Chi sarà mai quel fantasma a cavallo, nella nebbia? Chi è veramente il conte Alberto Certaldo? Ed Elisa, autentica gatta morta di questo sceneggiato, che ruolo ha nella storia? Sono domande che inizialmente sembravano trovare risposta in un finale tutto sommato scontato ed abbastanza deludente, per il quale non sembrava necessario soffermarsi a riflettere. Oggi, invece, dopo averlo rivisto attentamente, ecco spuntare una serie di enigmi ben più importanti, in precedenza trascurati. Seguitemi passo passo in questa interessante riscoperta, tra storia e fantasia.

Certaldo, Volterra e L'ombra della sera
Certaldo è una località toscana situata ai confini tra le province di Firenze e Siena e dista 50 km. da Volterra. Sede di insediamenti già in epoca etrusca, il nome Certaldo deriva dal latino cerrus altus, o dal germanico cerrus aldo, entrambi significanti "altura ricoperta di cerri".
Volterra conserva un notevole centro storico di origine etrusca ed è sede del Museo Guarnacci, uno dei più antichi Musei pubblici d'Europa. Nella sala XX, al centro, un monumento-simbolo del Museo e dell'Etruria in genere, L'ombra della sera.
E nome più appropriato non si poteva trovare: "Perché quella figura maschile nuda, allungata in maniera esagerata in tutto il corpo (mentre per la testa il suo creatore ha rispettato le giuste proporzioni) non può suscitare altra reazione nell’osservatore se non quella di immaginare un uomo che, posto di fronte al sole al tramonto, allunga a dismisura la sua ombra. Ed è per la sua forma così particolare se, nel corso del tempo, sono nate alcune leggende a permeare di un alone di mistero il suo ritrovamento. La più accreditata racconta di un archeologo francese che, in giro nel territorio volterrano, fu investito da un improvviso temporale che lo costrinse a trovare riparo nella casa di un agricoltore. Il quale, con squisita cortesia, invitò l’ospite a riscaldarsi al fuoco del caminetto. Ma quale fu la sorpresa dell’archeologo quando si accorse che il padrone di casa (si trattava forse di un "tombarolo", figura non rara nella campagna del volterrano?) stava attizzando la legna sul fuoco con un’esile e lunga verga metallica che poi risultò essere la non ancora famosa statuetta di matrice etrusca!"

Temporali, dunque, e questa traccia ci riconduce allo sceneggiato e all'enigmatico Nebbia.

Il Nebbia
Nebbia: "Gli etruschi erano un grande popolo! Anche il mondo antico rimase colpito dalla loro ansia nel guardare alla morte ed al regno ultraterreno e li consideravano dei maestri nell'arte della divinazione"
Luigi: "Vuol dire...che sapevano tutto del futuro?"
Nebbia: "Del futuro...e del passato! Tutto quello che al mondo è invisibile, passato e al di là dell'apparenza, per loro non aveva misteri. Avevano una perizia inarrivabile nell'interpretare i presagi, nel trovare una correlazione fra i fatti materiali, umani e il loro corrispondente magico. Passando dal tuono, il rombo del tuono, ai temporali che scoppiano così improvvisi e violenti sotto questi nostri cieli toscani... Gli etruschi...gli etruschi conoscevano perfettamente l'arte di interpretare i lampi e i tuoni e conoscevano i segni del cielo e del mare...."
Ma chi era Nebbia? Nello sceneggiato ci viene presentato come un fantasma che appare soltanto a Luigi, ma a quale scopo? Egli racconta che Giacomo Certaldo era uno degli allievi prediletti di Cagliostro (vedi articolo "Il segno del comando") e cercava la verità attraverso l'occultismo e le negromanzia. Fu proprio Certaldo a far velare il quadro di Elisa affinchè nessuno potesse contemplarne le fattezze. Nebbia racconta la storia risaputa da tutti, cioè che Elisa l'aveva tradito con un giovane straniero (chi?): insieme avevano cercato di impadronirsi del tesoro della necropoli e Certaldo si vendicò uccidendola. La domanda sorge spontanea: Nebbia è un trapassato (la scultrice, all'interno della Casa Rossa, afferma: "da 20/30 anni nessuno l'ha mai più visto") eppure non conosce la verità? Infatti ciò che Luigi scoprirà sarà l'esatto contrario: fu Elisa ad uccidere Giacomo Certaldo. La scultrice e Nebbia, dunque, erano complici di un piano orchestrato ai danni di Luigi? Sebbene Luigi arrivi alla Casa Rossa tramite imbeccata del medium, è il finto agente (in combutta con gli inglesi) ad accompagnarlo sul luogo: per esclusione, la scultrice e Nebbia apparterrebbero all'altra fazione interessata al ritrovamento della necropoli, quella di Sergio, Elisa e Mercani.
E siccome anche questo sceneggiato è ricco di spunti curiosi, ecco l'ennesima sorpresa a nome Luigi Deleidi, detto il Nebbia.

Luigi Deleidi, Donizetti, Mayr, il periodo napoleonico e la massoneria
Luigi Deleidi: (Bergamo 1784-1853) Pittore, decoratore prospettico, scenografo; fu soprannominato il Nebbia per certi suoi paesaggi invernali. Appassionato di musica, fu virtuoso solista di fagotto e caro amico di Gaetano Donizetti.
Gaetano Donizetti: allievo di Mayr dal 1806 al 1815 e proprio questa circostanza ha fatto sì che il nome di Mayr sia ancora oggi abbastanza noto.
Giovanni Simone Mayr: nato nel 1763 a Mendorf in Baviera, è considerato un compositore italiano, avendo trascorso più della metà della sua vita a Bergamo. A quegli anni risale anche la sua adesione ai cosiddetti “Illuminati” (una setta vicina agli ideali massonici), che probabilmente si protrasse per tutta la vita, costituendo una delle maggiori contraddizioni che avvolgono la sua figura.
Nome in codice: Aristotele. "L’indagine messa in moto intorno alla partitura Verter, opera prima, riconsidera argomenti sul conto dei quali molto si è scritto e che ora vengono ripresi e interpretati alla luce di una prospettiva inedita e con esiti a dir poco sconcertanti nella quale gran peso, ad esempio, ha la figura di Cagliostro… mentre chiarificatrici risultano le pagine dedicate all’Ordine degli Illuminati, alla Massoneria…"
Perchè questi riferimenti storici? Cita lo sceneggiato:
Mercani: "Certaldo era un tiranno, uno studioso ed un negromante. Grazie all'occultismo era riuscito a decifrare la scrittura degli etruschi. La sua tomba non fu mai trovata, come quella di Cagliostro. Quando la nebbia è più fitta, si può ancora vedere il fantasma che galoppa su un cavallo nero"
Ed ancora: "Perchè vennero i francesi ed il conte, che odiava tutto ciò che sapeva di libertà e progresso, dovette abbandonare le sue terre. Lui, che aveva perseguitato tutti coloro che avevano fama di essere giacobini, dovette nascondersi per sfuggire alla vendetta delle sue vittime. Napoleone aveva creato il Regno di Etruria ed alla sua caduta Certaldo tornò..."
Ricercando nella Rete:
"Il Granducato di Toscana, sotto l’attività riformatrice di Pietro Leopoldo di Lorena, fu soggetta a notevoli innovazioni nel campo economico e sociale, partendo dalle bonifiche e dalle riforme agrarie per arrivare all’abolizione della tortura e della pena di morte, oltre ad una poco accorta smilitarizzazione dello Stato, il tutto rispondente ai principi ispiratori illuministici e fisiocratici. Tutte queste innovazioni causarono alla fine varie rivolte popolari di ordine sociale durante gli anni Novanta, contro e non favore delle riforme. Come ovunque nella Penisola, anche in questa città (Siena) la maggioranza della popolazione era fieramente avversa ai francesi e ai giacobini; ma questi erano comunque molto attivi. Si riunivano, al seguito di Donato Mattei e Biagio Provedi, nella Loggia massonica degli “Illuminati”, fondata nel 1798 (il ritratto dello sceneggiato riporta impresso quella data) e frequentata soprattutto da professori universitari e relativi studenti."

La Casa Rossa
E' il luogo dove Luigi incontra Nebbia. I Lorena sono citati dal finto agente quando parla della Casa Rossa con Luigi. Esiste veramente:
"Questa imponente struttura, conosciuta anche come Casa Rossa, fu costruita intorno al 1765 su progetto del gesuita Leonardo Ximenes, incaricato dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena (*) di intervenire nel piano di bonifica della Maremma Grossetana (Castiglione della Pescaia). Il gesuita Leonardo Ximenes fu una delle maggiori personalità scientifiche della Toscana lorenese del XVIII secolo. Scrisse opere di astronomia, idraulica, geometria, fisica e meccanica. Nel 1755 restaurò lo Gnomone di Santa Maria del Fiore, con il quale fece molte osservazioni. Nel 1756 fondò a Firenze un osservatorio astronomico nel convento di San Giovannino. Nel 1761 divenne geografo e matematico del Granduca. Valente "ingegnere idraulico", si occupò della bonifica della Maremma Toscana e del Padule di Bientina. Diresse i lavori della Strada Regia Pistoiese, progettando anche i ponti sui torrenti Lima e Sestaione.

Lo sceneggiato: personalissime considerazioni e punti interrogativi
Mercani: "Lei è di Volterra?"
Luigi: "No, no, no...I miei nonni...Io sono su dell'Alta Italia"
Immaginiamolo di origini bergamasche e quindi in qualche modo riconducibile all'illuminato Mayr: la benevolenza degli spiriti etruschi nei confronti di Luigi è qualcosa di più di semplice simpatia? (Sandra: "Si direbbe che anche a loro piacciano gli ingenui").
E chi è in realtà Mercani? Nonostante il finale ci confermi l'alleanza con Sergio, molti sono ancora i dubbi: buchi nella sceneggiatura o altre sfumature? Ripercorriamo semplicemente la storia dell'urna etrusca: una metà l'aveva Luigi, sottratta all'inglese Marston e nascosta nell'auto, poi sparita. L'altra si smaterializza nella serra, non appena l'incappucciato Mercani l'appoggia: non si spaventa? Non si domanda dove diavolo sia andata a finire? L'urna si materializza dal medium che la dona a Sandra, costretta a cederla a Mercani dopo essere stata inseguita da Grimaldi, socio di Marston. Mercani, quando punta la pistola contro Luigi, afferma che gentilmente gli aveva portato la mezza urna di Marston: ma non era stata rinchiusa nella macchina di Luigi? Ci sono poi altri aspetti della figura di Mercani che possono indurre ad un doppio gioco. Conosce, infatti, il modo per entrare nella villa Certaldo: prima attraverso una finestra che risulterà poi impossibile forzare, almeno dall'interno; poi attraverso una parete che si apre alle spalle di Elisa, nell'oscurità, e che permetterà all'incappucciato Mercani di sparare ad Alberto Certaldo. Ma se conosce il modo di entrare in villa ed è alleato di Sergio, perchè inscenare la manfrina del quadro dipinto e ridipinto? A che scopo servirsi di Elisa? Perchè tentare di ucciderla nella serra? veniamo al finale. Luigi e Sergio si addentrano nel labirinto, ma arrivano alla necropoli senza mappa: non vi sembra una fortuna sfacciata? Tutto quel ricercare la mappa e poi, come se nulla fosse, Sergio che vorrebbe tornarsene indietro. Forse, però, è meno banale di quanto possa sembrare: Sergio ed Elisa sono dei predestinati, probabilmente inconsapevoli, ed in qualche modo devono giungere sul luogo del loro fato. Sergio e Luigi scoprono che l'antica Elisa pugnalò Giacomo Certaldo e a seguito di un crollo rimase in trappola. Eppure sia Sergio che Luigi riescono ad uscire tranquillamente dall'apertura sopra le loro teste. Di cosa morì, dunque, Elisa? Buio assoluto. l massimo del linguaggio criptato (o dei buchi di sceneggiatura) si ha in questa frase finale di Sergio, mente punta la pistola contro Luigi: "lisa rappresentava il solo modo per entrare nella villa e prendere l'urna".

Alla luce di quanto sopra, voi che ne pensate? Vi aspetto nel forum per un simpatico dibattito.


Copertina DVDCopertina DVDOmbra della seraLuigi CertaldoLuigi ed Alberto CertaldoElisaIl cavaliere fantasmaSandraIl ritrattoMercaniSergioLuigi a casa del mediumIl finto agenteNebbiaLa misteriosa urnaIl volto celato di Mercani

Home Page | Articoli | Incontri | E-mail | Mappa del sito


Menu di sezione:


Torna ai contenuti | Torna al menu