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Il vendicatore di Corbilleres

Articoli

Il vendicatore di Corbilleres (1976)

Regia di
Marcel Cravenne

Scritto da:
Gaston Leroux (novel)
Robert Scipion

Cast:
Jean-Paul Zehnacker .... Bénédict Masson
Yolande Folliot .... Christine Gaillard
Dominique Leverd .... Jacques Quentin
Ludwig Gaum .... Gabriel
Edith Scob .... Marquise de Coulteray
Georges Wod .... Marquis de Coulteray
Julien Verdier .... M. Gaillard, le père de Christine
Sacha Pitoëff .... Sahib Khan
Roland Armontel .... M. Moulinier, l'herboriste
Florence Brière .... Mme Langlois
Germaine Delbat .... Mme Drouine
Max Desrau .... Père Macchabée
Gabriel Gobin .... M. Drouine
Jean Laugier .... Père Violette
Jim Adhi Limas .... Sing-Sing
Georges Lycan .... Sangor
Cathy Rosier .... La Dorga
Jacqueline Rouillard .... Mlle Barescat
Jean Rupert .... Inspecteur Ledoux
Marthe Villalonga .... Bistrotière

Musiche originali di
Betty Willemetz

Trama

E' la storia di un poeta ingiustamente accusato di una serie di brutali omicidi commessi in una piccola cittadina d’oltralpe. Dopo essere stato ghigliottinato, il suo cervello viene impiantato in un automa dalle sembianze bellissime (mentre l’uomo, in vita, era stato caratterizzato da una bruttezza veramente singolare). Con questa nuova identità riuscirà a smascherare il vero colpevole, il sindaco (dedito addirittura a pratiche di vampirismo), per poi decidere di suicidarsi gettandosi da una scogliera dopo un ultimo straziante addio alla donna che egli aveva infelicemente amato.

Quelle afose serate di fine estate

Ero seduto sulla solita sedia "da battaglia", quella destinata al sottoscritto per gustarsi l'ennesimo sceneggiato. Scomoda, ma facilmente e tatticamente deambulabile per la stanza: troppo "scottato", in passato, dalle inquietanti e fantomatiche "presenze" trasmesse da mamma RAI. Mi piazzai dietro le due poltrone destinate ai miei genitori, per l'occasione occupate dalle sorelle. Chissà dov'erano, quella sera, papà e mamma: a spasso?....al cinema?...Le finestre della stanza erano spalancate: si percepiva soltanto il dolce canto dei grilli, mentre le prime ombre della sera avvolgevano gli alberi plasmandoli come una tela di Renoir. Questi i pochi frammenti di memoria che mi riconducono a quelle magiche serate. Ricordo di non avere mai seguito tutte le puntate, contrariamente alle mie sorelle, ma la struggente e drammatica sequenza finale mi rimase impressa nel profondo dell'anima. Fu uno sceneggiato di successo e per certi versi non poteva essere altrimenti: Ludwig Gaum per qualche tempo colpì l'immaginario del pubblico femminile, non solo assurgendo a sex symbol per sua inequivocabile bellezza, ma anche per il controverso ruolo di vendicatore/amante/robot; un non-uomo capace di provare profondi sentimenti, di ricordare frammenti di un passato che ormai più non gli apparteneva, di amare disperatamente, dotato di lucida e fredda determinazione. Un pò Edmond Dantès, un pò Frankenstein, un pò Quasimodo: un indovinato mix che, pur nella semplicità della produzione francese, catturava l'interesse dello spettatore. Rivisto dopo molti anni, pecca di numerose ingenuità; ma ciò che colpisce della storia non è tanto la vendetta del protagonista, con le sue avventure più o meno convincenti o appassionanti, ma tre magici momenti che da soli valgono il cosiddetto "prezzo del biglietto": l'amore impossibile di Benedict Masson nei confronti di Christine (una sofferenza visiva ampiamente palpabile durante le prime due puntate), la gotica e visionaria presenza notturna del fantasma della Marchesa di Coulteray e l'addio alla vita di Gabriel. Tutto il resto è semplicemente onesto mestiere e contorno necessario allo svolgimento della storia; eppure, nonostante sia una produzione TV minore rispetto ai più blasonati noir francesi, colpisce al cuore delle persone sensibili, regalandoci quelle piccole/grandi emozioni che ci accompagnano per il resto della nostra vita.

Christine e Benedict

Benedict: "Voi....amate la poesia?
Christine: "Non amo che la poesia, Monsieur Masson. E' strano....noi siamo vicini, ci incontriamo praticamente tutti i giorni e non abbiamo mai scambiato due parole!"
Benedict: "Io...ho sempre... paura di disturbare la gente..."
Christine: "Sono un pò così anch'io...non lego molto facilmente...ma ci sono casi in cui non è indispensabile parlare per conoscersi...o se non altro, capirsi...almeno un pò..."
Benedict: "Come?...che volete dire?..."
Christine: "Beh, io voglio dire che...credo di conoscervi meglio di quanto pensiate.."
Benedict: "Ma....dite davvero?...."
Christine: "Sì!...infatti so anche che i libri, per esempio, voi non vi accontentate di rilegarli....ma potete anche scriverli. Avrei piacere che me lo rilegasse, però! Un libro rilegato dal suo autore diventa ancora più prezioso! Voi non siete solo un artista, Monsieur Masson, voi siete un poeta...un vero poeta..."
Benedict: "La...l'avete letto?...."
Christine: "Letto e riletto. Ne conosco dei brani a memoria!"
Benedict: "Ma...come lo avete...."
Christine: "L'ho trovata su una bancarella. Non capisco perchè non se ne sia parlato. Ma sono certa che i posteri vi renderanno giustizia!"
Benedict: "Sapete....i posteri...sono un fattore incerto...e, soprattutto, molto lontano"
Christine: "Può darsi. Ma non si sa mai. Voi ed io, per esempio: eravamo al tempo stesso così vicini e così lontani! Quando penso che vi intravedevo tutti i giorni e che non avrei pensato mai che un'anima così...delicata...potesse..."
Benedict: "....potesse dissimularsi... sotto una sembianza simile... Sono i capricci della natura....non può sempre dare tutto..."
Christine: "A voi ha dato l'ispirazione!"
Benedict: "Forse non è lei la sola ad avermi ispirato. In ogni caso...che sia stata o no la natura...è a quella ispiratrice che devo...tutto"

Christine e Gabriel

Christine: "Hai gettato la chiave!"
Gabriel: "Sì"
Christine: "Perchè?!"
Gabriel: "Perchè presto non ne avrò più bisogno"
Christine: "E...e non hai pensato che io potrei avere bisogno di te!"
Gabriel: "Sì, ci ho pensato. E l'ho sperato. Ma avevo torto. E anche tu avevi torto a pensarlo. Non si può amare un puro spirito come un puro spirito non può amare"
Christine: "Ma...ma non sei soltanto un puro spirito! Tu hai un corpo e hai un'anima!"
Gabriel: "Sì...ma sono estranei l'uno all'altra. Io sono un meccanismo....e sono anche una mente. Ma una mente che gira a vuoto. Un pensiero che resta solo pensiero"
Christine: "Sei come tutti gli uomini, Gabriel!..."
Gabriel: "No. Gli uomini, gli altri, possono cercare di coltivare le passioni, appagare i loro desideri. Ma io anche se posso pensare, sognare e sperare come un uomo, so anche che i miei pensieri, i miei sogni e le mie speranze non saranno mai realizzati."
Christine: "Ma...ma è perchè in te c'è qualcosa di sovrumano!..."
Gabriel: "No...non di sovrumano. Di inumano. E non c'è soluzione. O perlomeno...ce n'è una sola. Che io sparisca"
Christine: "No, io non voglio! Non potrei vivere senza di te!"
Gabriel: "Ma devi, Christine. Mi devi dimenticare. Devi solo pensare a vivere come tutte le altre donne....e strapparti a questo sogno. Perchè io sono solo un sogno."
Christine: "...E se io volessi scegliere il sogno?..."
Gabriel: "Tu devi scegliere la vita! Io stesso sceglierei...la vita, se potessi. E per te la vita è Jacques Quentin. Non è davvero Gabriel. Io morirò più felice e anche...più infelice della prima volta...perchè ora so come si può essere amati...Ora và via...presto!...senza voltarti..."
Christine: "Gabriel!....io ti supplico!..."
Gabriel: "Vattene!...vattene....sono io che ti supplico...."

La sigla inizialeIl poeta Benedict MassonL'enigmatico Monsieur GaillardChristine GaillardI marchesi di CoulterayGabrielUn preoccupato Jacques QuentinIl fantasma della marchesa di CoulterayUn pizzico di esotismoLa DorgaChristine e GabrielLa rete si chiudeIl mio nome è GabrielAddio, Christine...

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