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La traccia verde

Articoli

La traccia verde (1975) (TV)

Regia di
Silvio Maestranzi

Soggetto e sceneggiatura di
Flavio Nicolini

Scene
Antonio Capuano

Musiche
A. Riccardo Luciani

Cast:
Paola Pitagora .... Margaret Stakowsky
Sergio Fantoni .... Thomas Norton
Lilla Brignone .... Flora Sills
Luigi Casellato ....Nick
Antonio Pierfederici .... Edward Clem Steptoe
Sergio Rossi .... Il Tenente
Giorgio Bonora .... Avv. Walt Finney
Cesare Ferrario .... Cleve Lester
Marco Bonetti .... Mark Bennet
Paolo Malco .... John Ginsberg
Paola Montenero .... Betty Segal
Elena Cotta .... Eleanor

Sigla TV
"Flowers" di Berto Pisano

La storia

Thomas Norton è uno studioso di criminologia che nel suo laboratorio di Los Angeles effettua interrogatori con la macchina della verità per conto della Polizia Federale e di alcune grandi aziende. Uno di questi interrogatori è servito ad accertare la colpevolezza di Edward Steptoe, un cassiere di banca che si era appropriato di una somma di denaro per curare una grave malattia della moglie. Mentre è in corso il processo, quando la condanna appare ormai certa, Steptoe si uccide nel palazzo in cui ha sede il laboratorio di Norton. Addolorato per avere involontariamente provocato la tragica fine di Steptoe, Norton è messo ulteriormente in crisi nella sua professione da un'inchiesta parlamentare che sta contestando la liceità dell'uso della macchina della verità e la stessa validità scientifica dei suoi responsi. Lo studioso è anche perseguitato da continue telefonate anonime in cui una voce maschile lo va minacciando di morte. Norton conduce i suoi esperimenti con la macchina in un moderno laboratorio, assistito da giovani tecnici tra cui Mark, il suo aiuto più anziano, e John, che peraltro sta pensando di andarsene e che a questo scopo ha presentato a Norton un suo eventuale sostituto, un elettrotecnico di nome Cleve. Un giorno, quasi per caso, mentre nel suo laboratorio sta innaffiando una pianta ornamentale, a Norton viene l'idea di applicare alle foglie gli elettrodi della macchina della verità; gli capita così di registrare alcune reazioni della pianta che lascerebbero supporre un certo grado di sensibilità nel mondo vegetale. Lo studioso, perplesso, ne parla con Flora Sills, un curioso personaggio che abita in un attico di proprietà di Norton situato nello stesso palazzo dove ha sede il laboratorio. La vedova Sills ha trasformato in serra la terrazza del suo attico e vive tra le sue piante in compagnia di una ragazza al suo servizio, Margaret Stakowsky, che è già amica di John e che ispira subito a Norton una viva simpatia. Incuriosita dagli esperimenti del suo padrone di casa, una sera la vedova Sills si reca nel suo laboratorio pensando di trovarvi Norton e invece vi trova la morte per mano di uno sconosciuto che le spara un colpo di rivoltella e poi la finisce selvaggiamente con il calcio dell'arma. Un'ipotesi sul movente dell'omicidio viene avanzata dal portinaio Nick al tenente di Polizia che conduce le indagini: la signora Sills era molto ricca e sembra avesse investito molto denaro in gioielli, forse nascosti da qualche parte nel suo appartamento.

Per il seguito della storia, vi rimando al forum.

Norton e Margaret

Margaret:
"Senti...ma tu fai una vita da frate in quel laboratorio! Ma prima non ti sei mai imbarcato?"
Norton: "Umh?"
Margaret: "Voglio dire, sempre in laboratorio...e basta?"
Norton: "Beh...insomma......sempre......Sempre solo laboratorio, no.....ma....molto laboratorio sì..."
Margaret: "Non ti stanca?"
Norton: "Un pò....."
Margaret: "Ti disturba se ti faccio una domanda?"
Norton: "Umh....non mi disturba affatto..."
Margaret: "C'è stata qualche donna importante nella tua vita?"
Norton: "Dive del cinema...donne da prima pagina...un mucchio. Sono stato asfissiato dalle donne importanti, io."
Margaret: "Non mi prendere in giro. Voglio dire importante per te, per l'impegno sentimentale. Insomma, quelle cose che contano per la gente seria come te."
Norton: "Umh...si...c'è stata una donna importante. Ma mi è andata male. Mi mentiva sempre..."
M
argaret: "E' per questo che hai inventato la macchina della verità?...e com'era?"
Norton: "Come com'era?"
Margaret: "Lei..."
Norton: "Un pò come te, qui adesso. Umh...c'era un altro uomo nella sua vita...e non faceva che mentirmi....e io non lo sopportavo."

Margaret e la macchina della verità

Margaret:
"La macchina della verità non sbaglia mai! Vero, Thomas? Quindi non può farmi del male. Ehi...dobbiamo smetterla di spaventarci come quando eravamo bambini e giocavamo nei vicoli, nel parco o in mezzo alla strada. Allora avevi paura soltanto quando c'era poca gente nei marciapiedi. Ti dicevi: beh...più gente, più allegria. Come nelle feste. Ti immagini che dietro le facce che guardi da sotto in sù ci siano risposte rassicuranti a tutte le tue domande e continui a passare tranquilla tra la gente che va e viene. Poi la gente che va e viene, sempre più fitta, non ti sorride più. Ti urta con le gambe frettolose...e alla fine ti manda pure a quel paese. Che tristezza.....e allora anche tu la smetti di fare domande. Le domande finisci per fartele da sole. E perchè in questo strazio di sabato c'è sempre qualcuno che si lava la macchina, col sorriso idiota sulle labbra, scondandosi di tutto e di tutti, tranne che della sua macchina! Che cavolo!......tutti perchè.....Così cominci a fregartene....."

Chi è Cleve Backster?

Nei titoli di coda, alla fine di ogni puntata, scorrono queste parole: "Fatti e personaggi di questo racconto sono immaginari, ma gli esperimenti sulle piante e le ipotesi relative fanno ormai parte del patrimonio scientifico acquisito negli ultimi anni attraverso studi condotti negli Stati Uniti e nell' Unione Sovietica. In particolare sono considerate fondamentali le esperienze del ricercatore statunitense Cleve Backster."

Ma chi è Cleve Backster, il cui nome di battesimo è stato poi dato ad uno dei protagonisti dello sceneggiato, Cleve Lester? Ecco che cosa ho trovato in Rete:

"Nel 1966 Cleve Backster, un tecnico dell' F.B.I. addetto alla messa a punto ed all'impiego della macchina della verità, scoprì casualmente che la Dracena che aveva in ufficio reagiva quasi "emotivamente" a ciò che accadeva attorno ad essa. Tutto ebbe inizio un giorno in cui volle misurare la variazione di conducibilità elettrica delle foglie della pianta per effetto dell'innaffiamento. Backster bagnò il terreno del vaso e poco dopo effettuò una misurazione. Egli si aspettava un aumento della conducibilità elettrica delle foglie di Dracena ed invece il valore di tale parametro diminuì così come accade di solito in un essere umano che prova una lieve emozione. Delle reazioni fortissime si ebbero quando dei gamberetti vivi furono buttati nell'acqua bollente in presenza della pianta. Backster allora compì altri esperimenti e si accorse che la pianta reagiva inspiegabilmente alla presenza di persone che, al cospetto di essa, avevano precedentemente ucciso altre piante o piccoli animali (reazione che fu interpretata come espressione di paura). Siccome sembra che la pianta ricordasse l'identità di coloro che avevano ammazzato altre piante o piccoli animali, ci si potrebbe chiedere se non si tratti di una forma elementare di memoria". (*)

(*) Questi esperimenti sono stati riproposti nello sceneggiato, con tanto di avviso a tutto schermo.

Sempre in Rete:

"Le esperienze di Backster mostrano che anche le piante sono in grado di manifestare razioni fisiche e chimiche assimilabili alle risposte biologiche che noi definiamo come emozioni. Tali tipi di reazioni sono chiamate effetto Backster. Gli esperimenti di Backster sono stati alla base di studi da parte degli scienziati sovietici Gunar e Pushkin. Tuttavia c'è da tener presente che queste ricerche sono state effettuate in uno stato, l'URSS, dove alla fine degli anni Sessanta ed agli inizi degli anni Settanta si tentava in tutti i modi di colmare il gap tecnologico e scientifico con l'Occidente mediante l'esplorazione di percorsi scientifici o parascientifici ancora sconosciuti. Ricordiamo che l'ideologia nel passato aveva imposto in URSS la sua visione del mondo ed il suo credo anche nello stesso mondo scientifico ed accademico.
Backster non è stato l'unico a sostenere che le piante manifestino reazioni a ciò che accade intorno ad esse. Pierre Paul Sauvin sostenne che la sua pianta manifestò reazioni insolite quando egli ebbe un rapporto sessuale con la propria ragazza ad un centinaio di chilometri di distanza" (*)

(*) Anche questa particolare forma di telepatia è stata evidenziata nello sceneggiato: Thomas Norton si accende un sigaro e per un attimo pensa di bruciare una foglia della Dracena con il fiammifero; la reazione della pianta è immediata e la macchina della verità ne registra la "paura".

Infine, sempre in Rete:

"Il botanico Galston, dopo aver ripetuto più volte in diverse condizioni gli esperimenti di Backster, ha affermato di non aver ottenuto risultati simili. Sembra, infatti, che le acquisizioni teoriche di Backster non resistano ad una indagine scientifica rigorosa. Nella scienza la riproducibilità dei fenomeni è indispensabile per poter affermare che un fenomeno è autentico. Galston quindi avanza l'ipotesi che gli strumenti elettronici adoperati da Backster abbiano potuto subire interferenze ambientali di diverso genere."

Un curioso esperimento

"Il dott. Ken Hashimoto, leggendo degli esperimenti di Backster, si pose uno scopo ancora più ambizioso: riuscire a parlare col cactus che aveva in casa. Ebbe una intuizione originale: come la voce umana poteva essere riportata su un poligrafo in modo che venisse generato un grafico dai pennini dello strumento, allo stesso modo l'attività elettrica della pianta, che veniva di solito registrata dal poligrafo, poteva essere tradotta in suoni. (*) Per fare ciò, il dott. Ken Hashimoto utilizzò un semplice nastro magnetico su cui registrò il suono prodotto dalla opportuna modulazione dei messaggi elettrici emessi dal suo cactus. Il suono che ne derivò risultò essere come il ronzio acuto della corrente ad alta tensione, tuttavia esso subiva delle variazioni che i coniugi Hashimoto assicurarono di riuscire ad interpretare. Addirittura sostenevano di capire quando la pianta era allegra. A quanto sembra, riuscirono ad insegnare al cactus a contare ed a sommare sino a venti."

(*) Cleve Lester, nello sceneggiato, otterrà quei suoni e li chiamerà la voce della pianta. Se tenete le casse accese del vostro PC, la state già ascoltando: è la musica di sottofondo di questo articolo.

Commento

Dopo il fantascientifico "Gamma", sempre nel 1975 la Rai mandò in onda questo sceneggiato scientifico che non tutti ricordano. Principalmente la storia è solo un pretesto per parlare degli esperimenti di Cleve Backster, utili nella fattispecie a velocizzare la risoluzione di un giallo del quale, però, si sa già molto: una voce maschile minaccia Thomas Norton e questo riduce il campo delle ricerche; chi agisce nell'ombra e qual'è il movente? Alla fine non è che ci interessi molto saperlo: siamo tutti presi dalla macchina della verità, dalle piante, dagli esperimenti; è il regno vegetale, con i suoi misteri, il vero protagonista della storia. Sergio Fantoni è un ottimo Thomas Norton, riflessivo, introverso, pragmatico, molto "orso"; da solo riesce a sostenere tutto lo sceneggiato che si svolge quasi unicamente nello stesso identico palazzo. Sono soltanto tre le puntate, ma non si poteva ricavare di più da una sceneggiatura che non permetteva grandi sviluppi; anzi, per certi versi sono stati anche bravi a creare situazioni e sottotrame (anche se non eclatanti) che garantissero un giallo con un finale che non fosse deludente. Uno sceneggiato interessante, affatto palloso, con il giusto mix di scienza e mistero; in una parola, godibile.

La siglaEdward SteptoeThomas Norton e l'avvocato FinneyMargaret StakowskyLa serraFlora SillsIl portinaio NickMark BennetJohn GinsbergCleve LesterIl TenenteL'equipe scientificaCopertina originale 45 giri

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